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Compressore giusto al primo colpo: come dimensionarlo in base a portata, duty cycle e picchi di lavoro

  • Immagine del redattore: Produzione Webidoo
    Produzione Webidoo
  • 7 ott
  • Tempo di lettura: 3 min
Compressore

Scegliere il compressore “giusto” fin dal primo acquisto può fare la differenza tra un impianto efficiente, affidabile e a basso costo operativo, e una soluzione che genera problemi frequenti, consumi elevati e scarso rendimento. In questo articolo vedremo come dimensionare un compressore adeguato alle esigenze reali dell’impianto tenendo conto di tre parametri chiave: portata, duty cycle e picchi di lavoro.


1. Portata d’aria richiesta (consumo medio)

La portata (solitamente espressa in Nm³/h, m³/min o litri/minuto) rappresenta il volume d’aria compressa richiesto in condizioni standard dal processo o dalle utenze pneumatiche dell’impianto durante il funzionamento “normale”. È il parametro di base più importante per dimensionare il compressore.


Come stimarla

Per stimare la portata occorre:

  • Elencare tutte le utenze pneumatiche connessi (utensili, cilindri, sistemi di soffiaggio, valvole, apparecchiature, etc.).

  • Stimare il consumo d’aria di ciascuna (ad esempio: un utensile pneumatico consuma X Nl/min).

  • Valutare le perdite di rete (cadute di pressione, perdite in tubazioni e raccordi).

  • Considerare eventuali futuri ampliamenti o margini di sicurezza (es: +10-20 % rispetto al calcolo attuale).

È buona regola non sottodimensionare: è preferibile che il compressore abbia una capacità leggermente superiore alla richiesta nominale, così da evitare funzionamenti al limite.


2. Duty cycle (ciclo operativo)

Il duty cycle è la percentuale di tempo durante la quale il compressore può operare effettivamente rispetto al tempo totale (ad esempio, 75 %, 100 %, ecc.). In pratica indica quanto il compressore può “lavorare” rispetto a quando deve riposare (raffreddamento, pause, manutenzione).

Un compressore con duty cycle limitato non può operare continuamente alla massima portata per lunghi periodi senza rischiare surriscaldamento o degrado dei componenti.


Implicazioni pratiche

  • Se il processo richiede un utilizzo continuativo (turni lunghi, produzione 24/7), si dovrà optare per compressori con duty cycle elevato (idealmente 100 %) o dimensionare con margine.

  • In applicazioni intermittenti (fasi di produzione alternate, pause), può essere accettabile un compressore con duty cycle più basso, ma bisogna verificare che i tempi di recupero siano compatibili.


3. Picchi di richiesta: quando l’impianto “chiede di più”


Comprendere i picchi

Molti impianti non hanno un carico costante: ci sono momenti in cui la richiesta d’aria sale sopra la media (avvio utensili, colpi, fasi intensificate). Questi picchi devono essere gestiti senza creare cadute di pressione o instabilità.


Strategie per gestire i picchi

  • Margine di portata: dimensionare il compressore principale con una capacità in eccesso rispetto al consumo medio, in modo da assorbire i picchi.

  • Serbatoio d’accumulo: inserire un serbatoio (buffer) che accumuli aria durante i momenti “normali” e la rilasci durante i picchi, attenuando i picchi sul compressore.

  • Compressori modulari / ridondanza: usare più unità che entrano in funzione quando serve, in modo da distribuire il carico e attivare una seconda unità solo nei momenti critici.

  • Regolazione variabile (inverter / a velocità variabile): compressori che modulano la capacità in funzione della domanda, adattandosi ai picchi senza sprechi energetici.


4. Esempio pratico: dimensionamento passo-passo

Immaginiamo di dover progettare un piccolo impianto per officina che utilizza:

  • Utensili pneumatici vari: tot. 500 Nl/min

  • Cilindri pneumatici e piccoli soffiatori: tot. 300 Nl/min

  • Perdite e margine (10 %): +80 Nl/min → Portata stimata: 880 Nl/min → equivalenti a ~0,88 m³/min (dipende condizioni standard)

Ammettiamo che l’uso sia intenso (turni attivi), quindi scegliamo target duty cycle 100 %.Stimiamo che possano manifestarsi picchi fino al 50 % sopra la media (es. 1,3 m³/min per brevi tratti).

In questo scenario, potremmo scegliere:

  • Compressore principale con portata nominale almeno 1,2–1,4 m³/min, con duty cycle 100 %

  • Serbatoio da dimensionare (es. 500-1000 litri) per buffering

  • Valutare compressore modulare o con capacità variabile, per adattarsi meglio

Questa tipologia di calcolo richiede anche considerazioni su pressione di lavoro (bar), efficienza del compressore, perdite nella rete, margini di crescita futuri, condizioni ambientali (temperatura), ecc.


5. I rischi del dimensionamento sbagliato


  • Sottodimensionamento: il compressore lavora sempre al limite, temperature elevate, usura accelerata, cali di pressione nei momenti critici.

  • Sovradimensionamento eccessivo: acquisto troppo costoso, funzionamenti a basse prestazioni (efficienza ridotta), spreco energetico.

  • Inadeguato bufferaggio o gestione dei picchi: sistemi che “strangolano” la produzione durante i momenti di punta.

  • Scarsa flessibilità e manovrabilità futura: un compressore rigido non lascia margini per modifiche o aumento di produzione.


6. Il ruolo di MB Compressori nel supporto al dimensionamento

Quando ti affidi a un partner esperto come MB Compressori, hai i vantaggi di:

  • Consulenza tecnica personalizzata in fase di progettazione dell’impianto

  • Analisi dei carichi reali e delle curve di consumo

  • Progettazione impianti su misura (MB realizza impianti ad aria compressa in alluminio) 

  • Fornitura di compressori, essiccatori, filtri e accessori dei migliori marchi 

  • Supporto nella scelta del serbatoio, della ridondanza e delle strategie di modulazioneRevisione, manutenzione e assistenza tecnica per garantire che il compressore non perda efficienza nel tempo

Affidarsi a un esperto fin dall’inizio aiuta a “prendere il compressore giusto” già al primo colpo, risparmiando tempo, risorse e problemi nel lungo periodo.


 
 
 

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